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La storia primitiva della chiesa di Catania registra al tempo della persecuzione di Decio nel 251 il martirio della vergine Agata; e nei primissimi anni del secolo IV (303-304), nella persecuzione di Diocleziano, quello di Euplio, forma popolare per Eupoli. La Passio s. Agathae non è anteriore al secolo V ed è una pia lettura piuttosto che una testimonianza storica; mentre gli Acta Eupli benché rimaneggiati ed interpolati hanno certamente la loro base in una redazione genuina e contemporanea della quale conservano due frammenti di interrogatorio. L'una e l'altro martire sono segnati nel martirologio geronimiano e nel sinassario costantinopolitano sotto varia data; ma la loro storicità e cronologia sono poggiate indiscutibilmente sull'epigrafe di Julia Florentina, quella pagana convertita, "fidelis facta", che fu sepolta "pro foribus martyrorum". La fama di Agata diviene presto vastissima; la vergine siciliana è registrata nel calendario cartaginese, autorevole documento del secolo V. Già in questo periodo si erigono chiese in suo onore in Roma. I documenti archeologici della prima cristianità catanese sono necropoli di fosse sub divo,

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Sarcofago ellenistico, da un disegno di Houel, si trova nella chiesa di S. Agata La Vetere.


nell'impossibilità di ricavar catacombe vere e proprie dalla durissima lava. Perdute in parte, probabilmente per nuove colate vulcaniche e terremoti, esse si confondono con le necropoli d'età romana imperiale, o in queste rappresentano gruppi ed accessioni. Nell'attuale Via Regina Margherita verso s. Maria di Gesù e la collina di Cibali, nel tratto orientale di Corso Vittorio Emanuele tra Piazza Duomo e il mare, e da Via Sangiuliano (già Lincoln) a Piazza Bellini (già porta Aci), dall'attuale Piazza Stesicoro sin presso la chiesa del Carmine, si sono scoperte in buon numero formae che il materiale e dati epigrafici denunziano come nettamente cristiane; molto importante è in proposito quel recinto funerario nel quale era riconosciuta un'area sepolcrale di famiglia o meglio di comunità cristiana, in Via Consoli, che appartiene al primo di questi cimiteri, con epigrafi cristiane, greche e latine. Fra i titoli di queste necropoli si contano taluni tra i più interessanti documenti del cristianesimo primitivo, datati e tra i più antichi di tutta Sicilia. Abbiamo già accennato al più antico, il quale reca come data di nascita del defunto il riferimento cronologico dell'anno in cui un Capitolino fu secondo console, il che si adatta all'anno 274; l'epigrafe va quindi riportata tra la fine del secolo III e i primi decenni del secolo IV, probabilmente il 296. Una seconda con il consolato di Amazio e di Albio è dell'anno 345. La più celebre di tutte, quella di Julia Florentina, risale certamente ai tempi che precedettero la pace di Costantino, probabilmente ancora al tempo delle persecuzioni. Nel complesso Catania doveva occupare il sito dell'abitato precedente; ognuno sa, infatti, quanto sia conservativo per tutta l'antichità il tracciato esterno della città, se pure nel loro interno poteva variare la densità degli edifici. Quelle mura che si devono ammettere - essendo l'espressione di Procopio che Catania non fosse fortificata da intendere in senso lato, in altre parole come priva di presidio - e di cui è indizio la menzione di una Porta degli Ariani negli atti di s. Leone il Taumaturgo, dovevano ricalcare sostanzialmente l'antica cinta classica, con qualche non grande variazione.